Jacopo Rinaldi

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A portrait of probabilities

2022
Curated by Andrea Tinterri, Galleria Indice, Milano.

Rinaldi selects a photograph from 1901 depicting the students of the Realschule in Litz, Austria. The original image includes forty-one children (the number of students in the class), among whom are Ludwig Wittgenstein and Adolf Hitler. Jacopo Rinaldi superimposes all the faces in the image to create a single, unified collective portrait.
The uniqueness of this photograph lies in the sheer contingency of fate that captured, within the same room, one of the greatest philosophers of the 20th century and the embodiment of evil in its human form.
The result is a reassuring image: the slightly blurred face of a child; the grey tones dissolve the features into an almost ethereal softness. It is an image that precedes history—perhaps inaugurating the 20th century. 
Even the date (1901) suggests a beginning, a newborn (and opposing) consciousness. The classroom, as a starting point, can be seen as a sort of archive—especially when viewed across a broad historical timespan. But in this case, it is chance that determines the significance of the event; it is fate that has the power to alter the face of a space. The photograph signals a possibility: it synthesizes the elements but cannot (and does not) anticipate the outcome.
Time chews and rechews, modifying the document (the photograph) from which everything began. And temporal distance allows Jacopo Rinaldi to layer the data, the documents at his disposal: the 20th century has concluded—it is time to take stock, for one last snapshot.
Rinaldi’s gesture is a simple overlay of data, the result of a particular case study: a classroom in Austria in 1901, forty-one portraits, and their consequences.


A portrait of probabilities

2022
A cura di Andrea Tinterri, Galleria Indice, Milano.

Rinaldi seleziona uno scatto del 1901 che immortala gli studenti della Realschule di Litz in Austria. L’immagina originaria comprende quarantuno bambini (il numero di studenti della classe) tra cui compaiono Ludwig Wittgenstein e Adolf Hitler; Jacopo Rinaldi sovrappone i volti compresi nell’immagine per ottenerne uno solo, un unico ritratto collettivo. L’eccezionalità della fotografia risiede nella casualità della sorte che imprigiona nella stessa stanza uno dei massimi filosofi del XX secolo e il male, nella sua umana accezione. Il risultato è un’immagine rassicurante, il volto di un bambino leggermente sfumato; le tonalità di grigio liquefanno le forme rendendole di un candore evanescente.
È un’immagine che precede la storia, forse inaugura il Novecento, anche la data (1901) allude ad un principio, una neonata coscienza (contrapposta).
Il punto di partenza, la classe, può essere considerata una sorta di archivio, soprattutto se inscritta all’interno di un lasso temporale ampio. Ma in questo caso è la casualità a determinare la rilevanza della vicenda, è la sorte a poter cambiare il volto dello spazio. La fotografia segnala una possibilità, sintetizza le risorse ma non anticipa (non può farlo) la conclusione. Il tempo mastica e rimastica modificando il documento (la fotografia) da cui tutto ha avuto inizio. E la distanza temporale consente a Jacopo Rinaldi di sovrapporre gli addendi, i documenti a sua disposizione: il Novecento è concluso, è ora di tirare le somme per un ultimo scatto.[...] L’operazione di Rinaldi è una semplice sovrapposizione di dati, il risultato di un particolare caso studio, una classe del 1901 in terra austriaca, quarantuno ritratti e le loro conseguenze.